Finalmente erano arrivati.
La sorte - o meglio, i professori, la preside o chi per loro - aveva deciso che lei sarebbe stata in camera con tre delle ragazze che aveva incontrato sul pullman: la riccissima Himawari, la dolce Chii e la rossa Hikaru.
Le erano parse molto tranquille; senz'altro, le avevano fatto una buona impressione.
Portando con sè i suoi vistosi (e rumorosi) bagagli, Hokuto si limitò a seguire meccanicamente Himawari, troppo presa dal suono delle onde e da quella grande distesa d'acqu- ehm, dalla bellezza dell'intero stabilimento termale.
Tuttavia, ne rimase sinceramente sorpresa: era un luogo molto più all'avanguardia di come si era aspettata, forse troppo concentrata sull'idea di "terme classiche".
Una volta giunta nella camera che avrebbe diviso con le altre tre ragazze, Hokuto fece allegramente cadere le sue cose su un letto a caso, rimirando la stanza in ogni sua angolazione: - Sì! - esclamò, alla fine: - E' decisamente ottima. - giudicò, con un sorriso soddisfatto.
Troppo presa dall'attento studio del frigobar, ascoltò quasi di sfuggita le parole di Himawari, finché la frase "
cosa ne dite di inaugurare i nostri fantastici costumi da bagno con un bel giro sulla spiaggia?" le giunse chiara e limpida in un orecchio.
Istintivamente, si voltò verso di lei e annuì, gli occhi che le brillavano: - Concordo! - esclamò, raggiante: - Che senso ha stare a pochi metri dal mare e non poter andare in spiaggia? Lo implica la stessa idea di "mare" e, se abbiamo portato dei costumi, non ha senso non inaugurarli e lasciarli all'ombra delle valigie! - disse, come se le sue parole fossero ovvie.